
(Francesca Carolei) - Per diversi anni ho avuto il ruolo di consulente presso un istituto comprensivo: specificatamente mi occupavo di ragazzi delle scuole medie inferiori. Una delle maggiori difficoltà che ho avuto modo di riscontrare nel lavoro con i minori è stato, paradossalmente, il rapporto con i genitori. Si dovrebbe pensare, a rigor di logica, che la maggiore preoccupazione di un genitore sia il benessere del figlio, ivi compreso il benessere psicologico. Ebbene, la situazione è più complessa.
Molto spesso anche i genitori più attenti tendono a minimizzare le segnalazioni di disagio psicologico riguardo i figli che vengono fatte dagli insegnanti o dalla psicoterapeuta. Le motivazioni sono le più diverse: si va da problemi familiari, alla nascita di un fratellino o di una sorellina, al cambiamento di residenza, a difficoltà a relazionarsi con i compagni, ad episodi di bullismo e così via. La lista potrebbe ancora continuare.
Solitamente, il genitore nega ogni difficoltà, o tende comunque a minimizzarla. E questo accade, credetemi, in tutti gli strati sociali: sia tra coloro che non hanno strumenti culturali per comprendere la situazione, sia tra coloro che, paradossalmente, ne avrebbero. Perché? I motivi sono i più disparati. Cerchiamo di capire.